IN RICORDO DI RAFFAELE SCORZIELLOIn ricordo di Raffaele Scorziello Come molti Soci sanno quest’estate Raffaele Scorziello ci ha lasciati. Amico da sempre lo ricordiamo come un nostro fratello maggiore. Egli in effetti era come un fratello, perché non solo comprendeva i nostri problemi, ma era sempre disponibile ad intervenire per darci tutto ciò di cui avevamo bisogno. Condivideva le nostre attività, proponendo interventi mirati anche quando non direttamente richiesti. Era per noi una sicurezza, una persona a cui rivolgersi senza problemi, e senza pensare di poter creare a lui dei problemi. Egli ci è stato vicino in tante occasioni, sempre pronto a soddisfare le nostre richieste. Ci ha accompagnato in escursioni naturalistiche lungo le coste della Campania e nei percorsi intorno alle isole partenopee, in modo particolare intorno all’isola d’Ischia e sul territorio ischitano. Abbiamo infatti nel nostro Bollettino n.4 del 1992 una descrizione dell’isola d’Ischia, una dettagliata esposizione sulla struttura vulcanica e geomorfologica dell’isola, corredata da illustrazioni e grafici. Lo ricordiamo ancora per aver collaborato al nostro corso di formazione sull’energia e su tutto ciò che ne derivò compreso il viaggio sulla geotermia ai soffioni di Larderello in Toscana e quello ai campi eolici installati dall’ENEL sulle montagne di Frosolone in provincia di Isernia. Conosceva molto bene quella zona per averci lavorato trovando soluzioni al problema della carenza di acqua e, com’era solito, aveva stretto molte amicizie con persone che lo stimavano e gli volevano bene. Tutto ciò rese più facile il nostro soggiorno sempre carico di nuovo sapere ma anche di piacevole relax: esclusivamente per noi si aprirono le porte di un locale dove trascorremmo una piacevolissima serata tra musica e balli. Che dire delle escursioni nel Cilento! Egli era nato a Roccadaspide, amava la sua terra e lì volle condurci. Organizzammo un pullmino e via in escursione nel parco del Cilento. Ogni località e ogni formazione rocciosa veniva descritta nei minimi particolari. Verso Roccadaspide le montagne di Soprano e Sottano si stagliavano nel cielo disegnando anticlinali e sinclinali, ogni particolare come in un libro aperto aveva un senso ed un significato che a noi illustrava. Aveva scritto anche un libro sulla sua terra (Titolo: Rovistando nella memoria – Ed.Italgrafica, Marcianise, Caserta), sul lavoro dei campi e sulle attrezzature che i contadini adoperavano. Durante quella escursione ci offrì anche il pranzo presso suoi parenti ed eravamo circa una ventina di insegnanti. Sulla costa cilentana, in un’altra visita, anche residenziale, fu possibile avere una ricognizione completa delle grotte marine preistoriche. Ancora nella sua terra, in una escursione al Monte Gelbison, presso Vallo della Lucania, era primavera ed era una delle prime volte che si poteva salire sul Monte Sacro (o Gelbison) col pullman, dopo lo scioglimento delle nevi invernali e il ripristino della viabilità, che porta fin sopra il monte. La strada in salita nel bosco, tra filari giganteschi di alberi e un fitto sottobosco era stupenda ed egli nel mostrare la bellezza del paesaggio indicava le formazioni rocciose, sempre più evidenti man mano che il bosco si diradava. Ed ecco il piperino, una roccia proveniente dal vulcano Laziale, con cui era stato pavimentato l’ultimo tratto di strada che portava in vetta e con cui era stata costruita anche la scalinata che portava al santuario. L’ultimo tratto lo percorremmo a piedi, sempre ascoltando il suo racconto scientifico ed infine ci trovammo davanti al santuario. Entrammo e trovammo di fronte a noi la Vergine del Monte Sacro. Fu un’emozione forte per tutti, ma per lui, in particolare, che si mostrò colpito e particolarmente commosso. Ci aveva detto che in quel luogo era stato da bambino, portato da sua madre. I ricordi dovettero affollarsi nella sua mente e produrre in lui un momento di intensa emozione. E poi i suoi interventi presso la Società dei Naturalisti e a Città della Scienza. Ed ancora sul vulcano di Roccamonfina sul quale ci accompagnò in escursione indicandoci la struttura e le varie formazioni. La sua relazione sul Bollettino n. 28 del 2004 non poteva che essere esaustiva di tutti i vari aspetti naturalistici del comprensorio. E noi, pensando che altri, tra cui i suoi colleghi dell’Università Federico II di Napoli, potranno evidenziare i suoi meriti scientifici, vogliamo ricordarlo così, come il Maestro che ci ha guidato nella conoscenza del nostro territorio. Sofia Sica Il compianto amico Raffaele, oltre al sapere scientifico, perfezionato anche attraverso un periodo di permanenza negli Stati Uniti, sapeva essere ironico fino alla comicità spettacolare. Le sue “imitazioni” ci offrivano momenti graditi, che alleggerivano le nostre giornate in laboratorio, non sempre liete. Era una persona semplice, che non si metteva mai in cattedra, neanche quando esprimeva le sue conoscenze. Aveva un profondo senso dell’amicizia, che praticava con lealtà ed era pronto ad intervenire in particolari occasioni, come accadde nel giorno della mia laurea. C’era sciopero delle Segreterie Universitarie, ma occorreva lo “statino”. Raffaele riuscì a raggiungere l’ufficio passando attraverso i tetti e me lo vidi arrivare, senza che ne sapessi nulla, con lo statino in mano. Più di una volta ci siamo incontrati al Museo di Paleontologia ove, dopo averli opportunamente preparati, conducevo i miei alunni di terza media. Ascoltando ciò che i ragazzi dicevano durante la visita, Raffaele diceva: ”Ma voi sapete già tutto! Siete venuti qui solo per una passeggiata?” Ti sia lieve la terra, Caro Amico! Lucia Di Leo La redazione rinnova con affetto la sua partecipazione e vicinanza a Vanda Riccio, moglie di Raffaele, nostra Socia, che ha condiviso con lui anni di interessi culturali e di relazioni umane. |
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